Si sa, a Lucca il garbo e l'amor per il denaro non sono mai stati secondi a nulla. Tuttavia, la recente svolta politica è incredibile e merita di essere narrata come esempio di come, in Italia, esista un "partito trasversale del cemento" che governa gran parte della scena politica mettendo d'accordo gran parte della Destra e parte della sinistra. Questo partito rende evidente che il politico medio - ahinoi! - è troppo spesso solo un "yes man", un passacarte che trascura i veri interessi dei cittadini. Questi ultimi, sempre più disgustati, tendono a disinteressarsi della vita pubblica, rifugiandosi nei loro appartamenti o nelle villette con giardino, distratti tra Netflix e social network. Questa non è l'introduzione a un romanzo di fantascienza distopico, ma la triste realtà di una città bellissima, costantemente preda di appetiti voraci che dovremmo combattere se davvero la amiamo.
Per comprendere meglio, dobbiamo tornare alla tornata elettorale precedente. La vecchia amministrazione guidata dall' ex Sindaco Tambellini è stata duramente criticata da vari comitati per la cementificazione di aree verdi che avrebbero potuto essere preservate o migliorate. Emblematica è la situazione della piazza nel quartiere di San Concordio, teatro di accese battaglie, e il tentativo di intervento sull'ex Manifattura Tabacchi, per cui i comitati e alcune forze politiche, come Europa Verde, hanno chiesto un percorso partecipativo. La precedente amministrazione di centro-sinistra, arroccata sulle sue posizioni, ha portato avanti il suo programma, scontro tanto acceso che si è arrivati anche a denunce nei confronti di alcuni membri dei comitati.
Con la fine del mandato di Tambellini, alle ultime elezioni il centro-destra ha vinto, contestando completamente e aspramente il programma precedente. Molti comitati, nel nome del cambiamento, hanno supportato il centro-destra che, vincendo, ha di fatto continuato a portare avanti il programma della vecchia giunta, arrvando addirittura a peggiorarlo. Il Sindaco Pardini e il suo consiglio hanno approvato un Piano Operativo devastante, precedentemente proposto dall'assessora Mammini e contestato anche da molte parti del centro-destra.
Riporto qui alcune parti del discorso dell'ex assessora Mammini, che oggi non nasconde la sua soddisfazione: "Un piano operativo per una città con alta tensione abitativa mira a soddisfare il bisogno di alloggi e a sviluppare la sfera pubblica, interpretando i beni comuni come spazi di relazione, scambio, crescita ed equità sociale." Questo discorso, apparentemente nobile, serve in realtà a giustificare nuovi volumi e nuovo cemento. Tuttavia, alla luce delle indicazioni dell'ISPRA, del consenso scientifico generale sulla crisi climatica, della pessima qualità dell'aria che soffoca la città e delle recenti alluvioni in Toscana, dovrebbe essere chiaro che a Lucca è necessario imporre uno stop al consumo di suolo abbianto ad altre misure urgenti. Bisognerebbe incentivare il ritorno alle frazioni, spesso ricordate solo durante le campagne elettorali, e promuovere casomai una seria rigenerazione urbana. Invece, la realtà è che ci muoviamo in una direzione diametralmente opposta, spianata dagli interessi del profitto.
Quale è la morale di questa triste storia? Il nostro bel Paese è vittima del partito trasversale del cemento e dell'interesse privatistico, piuttosto che del bene dei cittadini e della città, che sembra non importare a nessuno, nemmeno ai cittadini stessi che, privati di tutto, si aggrappano a Netflix, l'unico salvagente che permette loro di immaginare altri mondi. L'epoca delle liste di testimonianza e degli idealisti è finita; è arrivato il tempo delle proposte concrete. Se vogliamo davvero cambiare qualcosa, dobbiamo immergerci nel fango della politica e tentare di far evolvere questo centro-sinistra, ancora prigioniero di cacicchi locali. È evidente che il centro-sinistra apparecchia la tavola e la destra poi si siede a banchettare, scambiandosi pacche sulle spalle e scattando foto di gruppo per immortalare una pagina politica che nessuno dovrebbe dimenticare.
In definitiva, ci troviamo ancora di fronte a una politica miope, priva di una visione chiara per il futuro della città. È una politica ancorata a slogan obsoleti, che sembra operare in un loop temporale, come se fossimo ancora nei fantastici anni '90, ignorando le pressanti necessità attuali e le opportunità future. Questo approccio non solo dimostra un disallineamento con le esigenze contemporanee di sostenibilità e innovazione, ma rischia anche di compromettere il benessere delle generazioni future. Ai posteri l'ardua sentenza.