Di seguito il documento che abbiamo presentato Sabato 11 Maggio a Massa.
SALVARE LE APUANE E IL LAVORO APUANO
Il titolo è un azzardo. Ma si può fare? Salviamo le Apuane ritiene di sì e lo propone.
L’articolo 3 dello Statuto del Parco delle Alpi Apuane recita: Finalità
- L’Ente persegue il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali; la tutela dei valori naturalistici, paesaggistici ed ambientali; il restauro dell’ambiente naturale e storico; il recupero degli assetti alterati in funzione del loro uso sociale; la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi.
- Tali finalità sono perseguite attraverso una gestione unitaria, particolare e continua per garantire la conservazione, la valorizzazione e lo sviluppo dei beni protetti.
Condividiamo l’articolo ed, in specifico, si richiama l’attenzione sulla frase “la realizzazione di un equilibrato rapporto tra attività economiche ed ecosistemi”. Non ci sfugge che questo passaggio sia riferito alla particolarità del Parco e cioè la coesistenza di un’area protetta e di un’attività estrattiva che, per sua natura, modifica profondamente l’ambiente naturale. Poiché, nel complesso delle Apuane, l’attività estrattiva è la fonte maggiore di occupazione, si ritiene che, tout court, sia da difendere, ovunque, tale attività.
Ma le Alpi Apuane, nel corso degli ultimi decenni, si sono diversificate molto divenendo, di fatto, due entità molto diverse fra di loro. Da una parte il territorio compreso nei confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane e, dall’altra, la parte di Apuane esterna al Parco. Nella seconda parte è evidentemente maggioritaria l’attività estrattiva. Ma la prima parte ha avuto uno sviluppo molto diverso, grazie all’attività del Parco Regionale ed alle iniziative della Regione Toscana e dei Comuni che hanno finanziato (dal PSR in poi) molti interventi di sviluppo economico diverso dall’attività estrattiva e soprattutto nel campo del turismo (il Geoparco Unesco, le 3 Grotte Turistiche, la ricettività, la ristorazione, i prodotti tipici, l’escursionismo, l’alpinismo, la didattica, ecc.). A ciò si aggiunge l’azione notevole svolta dal CAI, dalle associazioni speleologiche, dalle Guide del Parco che hanno organizzato la rete sentieristica (amplissima come dimostra la Mappa interattiva del sito web del Parco delle Apuane) e quella in grotta, attrezzando anche un numero molto alto di rifugi alpini. Inoltre, vasta è stata l’azione dei privati che hanno impiantato agriturismi, B&B, case vacanza, hotel, affittacamere.
Ciò ha creato un quadro molto interessante in cui, nel territorio dentro il Parco l’attività economica maggioritaria è fondamentalmente quella turistica e di attività sostenibili, rispetto all’attività estrattiva e, nel territorio esterno al Parco, l’attività principale è quella estrattiva. Di conseguenza, va evidenziato che lo Statuto citato, relativo all’Ente Parco, non può che vedere l’attività con cui trovare l’equilibrio e da tutelare armonicamente con l’ambiente nel turismo e settori collegati e non nell’attività estrattiva che non è predominante nel Parco.
Pertanto, si pone la necessità, dal punto di vista economico, di prendere atto che le Alpi Apuane si compongono di due aree fra loro ben distinte: quella dentro il Parco e quella fuori. La prima mantiene un ambiente ancora ampiamente protetto, proteggibile e ricostruibile laddove sono oggi cave mentre la seconda, specialmente a Carrara, è, di fatto, irrecuperabile dal punto di vista ambientale ma è diventata un bacino di estrazione industriale.
L’obbiettivo, sancito dalla Costituzione, per tutti, è trovare un equilibrio fra le esigenze della protezione dell’ambiente e la necessità di salvaguardia del lavoro.
Il gruppo "Salviamo le Apuane" ritiene che il bilanciamento tra la tutela dell'ambiente e la salvaguardia dell'occupazione non solo sia possibile, ma sia necessario per il futuro delle Apuane. La proposta, articolata in cinque punti, mira a riconciliare le esigenze economiche e ambientali della regione.
1. Specializzazione dei Bacini Estrattivi Identificare e specializzare come unico sito di estrazione industriale del marmo i grandi bacini storici di Carrara. Questi bacini sono già ampiamente sfruttati e possono essere ottimizzati per minimizzare l'impatto ambientale e massimizzare l'efficienza economica.
2. Promozione del Turismo Sostenibile All'interno del Parco delle Apuane, il turismo e le attività sostenibili devono diventare la principale fonte di reddito. Questo comporta l'eliminazione delle cave di marmo dai confini del Parco, in quanto incompatibili con la tutela ambientale e l'attrazione turistica. La valorizzazione del patrimonio naturale attraverso il turismo può garantire un'economia fiorente e rispettosa dell'ambiente.
3. Trasformazione Locale del Marmo Attivare l'obbligatorietà, come previsto dalla Legge Regionale 35/2015, che almeno il 50% del marmo estratto sia lavorato in loco. Questo promuoverà la creazione di laboratori di lavorazione del marmo nei comuni che hanno visto la chiusura delle cave, offrendo nuove opportunità di lavoro ai residenti locali e riducendo l'impatto ambientale dei trasporti.
4. Valorizzazione del Marchio Made in Italy Collaborare con la Regione Toscana per una campagna di marketing territoriale che valorizzi il Marchio Made in Italy del Marmo di Carrara. Il marmo di Carrara, noto in tutto il mondo come il marmo di Michelangelo, può essere promosso come prodotto di altissima qualità, competitivo sul mercato globale.
5. Costituzione del Parco Nazionale Completare il processo iniziato dalla Legge Quadro delle Aree Protette (Legge 394/1991) con la creazione del Parco Nazionale delle Alpi Apuane e dell’Appennino tosco-emiliano. Un parco nazionale avrà maggiore peso e visibilità a livello nazionale e internazionale, attirando fondi e risorse per la tutela e lo sviluppo sostenibile del territorio.
Conclusioni
Questa strategia permetterà di:
- Continuare l'escavazione del marmo nei bacini di Carrara, preservando le risorse più preziose e minimizzando l'impatto ambientale.
- Eliminare le attività estrattive incompatibili dal Parco delle Apuane, favorendo invece il turismo e altre attività sostenibili.
- Salvaguardare e creare posti di lavoro attraverso la riconversione dei cavatori in lavoratori di laboratorio e la promozione di nuovi settori economici.
- Utilizzare il prestigioso Marchio Made in Italy per valorizzare il marmo di Carrara, incrementando la competitività sui mercati internazionali.
- Aumentare la protezione e la valorizzazione del territorio attraverso la costituzione di un Parco Nazionale.
Per realizzare questa visione, è fondamentale il coinvolgimento e la collaborazione di tutte le parti interessate: istituzioni democratiche, sindacati, associazioni, imprese, Chiesa e società civile. Solo attraverso uno sforzo collettivo sarà possibile salvare le Apuane e garantire un futuro prospero per il lavoro apuano.
Massa, 11 Maggio 2024
Gruppo Salviamo le Apuane