È attualmente in fase di elaborazione il nuovo Piano Integrato del Parco e a nostro avviso la nuova stesura presenta diverse criticità, in particolare per quanto riguarda i suoi confini e la gestione dei boschi. Il Parco di San Rossore con le sue pinete è un vero polmone verde per l’area litoranea. È importante che si lasci inalterata la definizione dei confini del parco, istituita ormai 40 anni fa, che definisce circa 14.000 ettari di aree interne e quasi 9.000 ettari di aree esterne. Le due aree in questa dicitura hanno gli stessi vincoli (salvo che nelle aree esterne sono permessi alcuni tipi di caccia) essendo comunque aree del parco. Con la modifica delle “aree esterne” in “aree contigue” decadrebbero molti vincoli su questi 9.000 ettari di territorio in quanto non sarebbero più sotto la tutela dell’ente parco per quanto riguarda il tema dell’edilizia, aprendo così la strada a permessi di costruzione rilasciati da enti comunali che non abbiano come interesse primario la tutela del Parco stesso e della sua biodiversità.
Il focus delle strategie di gestione ambientale da mettere in atto dovrebbe invece essere proprio la salvaguardia della biodiversità. Anche in questo caso vogliamo bloccare il taglio delle pinete più vecchie che causerebbe un grave danno per le leccete resilienti sottostanti e diradare invece gli impianti recenti che ne abbiano veramente bisogno. Per quanto riguarda il lago di Porta le associazioni ambientaliste stanno sostenendo da tempo la trasformazione della ex ANPIL in Riserva naturale, con la costituzione di un’area che comprenda le Dune naturali di Forte dei Marmi (ultima area dunale a nord della Toscana con un patrimonio di specie vegetali prezioso), il fiume Versilia, il lago di Porta e le Rupi; un corridoio ecologico da salvaguardare nella sua interezza scongiurando ipotesi speculative come la realizzazione di un nuovo porticciolo che distruggerebbe una vasta area vegetativa e boschi di pini.
Al fine di rafforzare le reti esistenti e crearne di nuove si propone di sostenere e rilanciare sia il programma A.P.E. (Appennino Parco d’Europa) che il Protocollo “Parchi di mare e di Appennino” (fra Toscana, Liguria ed Emilia), nonché di realizzare una nuova rete di parchi marini che colleghi il Parco Regionale dell’Uccellina e Talamone, il Parco Regionale di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, Lago di Porta, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, i vari parchi delle dune (fra cui i Parchi della Val di Cornia) e fluviali. Un ruolo molto importante a difesa della biodiversità marina lo hanno anche e soprattutto le piccole isole dell’Arcipelago Toscano, le cui funzioni devono essere incentivate e protette, anche tutelando l’interconnessione tra di esse e con la terraferma. Per quanto riguarda le aree naturali interne, merita una speciale menzione il Padule di Fucecchio, la più estesa palude interna italiana. E’ tassativo presevare la riserva naturale del Padule e la sua biodiversità, scongiurando ogni sciagurata ipotesi di smembramento dei suoi beni, per evitare, come nel caso del Parco di San Rossore, di cedere ad interessi localistici che mettano a repentaglio l’integrità del Padule stesso.