La premier ha condiviso sui suoi canali social un articolo che cita una mail scritta da un magistrato della Cassazione. Dalla lettura completa del testo, è chiaro che non vi è alcun invito alla ribellione contro il governo, ma una riflessione sull’attuale tensione tra giustizia e politica.
Sui suoi social, Giorgia Meloni ha rilanciato un titolo che riporta alcune frasi estratte da una mail scritta dal sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello. Il titolo, in sintesi, affermava: «Meloni rappresenta un pericolo maggiore di Berlusconi. È necessario agire».
Sotto pubblico il testo completo della mail. Analizzandolo nel suo insieme, emerge chiaramente il messaggio che il magistrato voleva trasmettere. Ne ho fatto anche un video sul mio canale Youtube.
Preoccupato per il crescente conflitto tra l’esecutivo e la magistratura, il magistrato riflette sugli anni dei governi Berlusconi, sostenendo che la situazione con Meloni sia ancora più delicata. Questo perché Meloni non ha alle spalle vicende giudiziarie personali, ma anche perché la magistratura si trova in una posizione di debolezza. Conclude esortando l’unione tra i magistrati, che non dovrebbero «fare politica di opposizione», ma piuttosto «difendere l’indipendenza del giudice e il diritto dei cittadini a una giustizia imparziale».
Ecco il testo originale
«Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni.
Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto.
In secondo luogo perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico si danni dell’intera magistratura.
In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi.
Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo.
Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze.
Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura.
Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì».