[FIRENZE, 18 aprile 2024]
La Toscana emerge come una delle regioni italiane più esposte ai rischi idrogeologici, con una percentuale di popolazione a rischio di frane e alluvioni tra le più elevate, al pari di regioni come Emilia-Romagna e Campania. L'anno 2023 ha visto un incremento del 27% degli eventi estremi rispetto agli stessi mesi del 2022, secondo i dati dell' Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), sottolineando la crescente necessità di azioni di mitigazione e prevenzione. Nonostante gli investimenti complessivi di oltre 13,8 miliardi di euro destinati alla gestione delle emergenze meteo-climatiche in Italia nel decennio 2013-2023, si registra una riduzione dei fondi per la prevenzione del rischio idrogeologico. Questo scenario accresce l'importanza di riallocare le risorse verso interventi preventivi più efficaci per combattere questa minaccia in ascesa.
In linea con l'evento nazionale e alla luce delle stime che indicano un fabbisogno di 26,58 miliardi di euro per interventi adeguati in tutta Italia, Eros Tetti, portavoce di Europa Verde, sottolinea l'urgenza di adottare nuove misure di mitigazione del rischio per la Toscana: "Le tecniche tradizionali di mitigazione del rischio sono insufficienti di fronte alla nuova realtà climatica. È imperativo adottare un nuovo modello di progettazione per le opere idrauliche che tenga conto delle 'bombe d'acqua' e altri eventi idrologici intensi. Anche se il Governo preferisce spendere ingenti risorse per fare una cattedrale nel deserto come il Ponte sullo Stretto di Messina."
"La progettazione di soluzioni non strutturali è altrettanto vitale," continua Tetti. "Dobbiamo estendere il nostro approccio alla prevenzione delle catastrofi, integrando interventi non strutturali che migliorino la resilienza dei nostri sistemi socio-economici e naturali. Dalle Alpi Apuane all'Appennino, passando per le nostre pianure e colline, abbiamo un'intera regione da proteggere e mettere in sicurezza. Questi interventi non solo garantirebbero il rilancio economico, creando lavoro diffuso, ma rappresentano un investimento cruciale. Per ottenere risultati significativi serve un nuovo rapporto tra città-campagna-montagna e una nuova politica di tutela ambientale e territoriale non potrà prescindere dal presidio degli agricoltori, la cui opera di manutenzione del territorio sarà fondamentale, soprattutto nelle aree marginali di collina e di montagna."